Lo spettacolo è un percorso musicale e letterario, frutto di una ricerca sul periodo più interessante e brioso della Repubblica di Venezia. Il vissuto della città è presentato, con qualche “licenza poetica” e prestito culturale moderno, attraverso piccole scene di vita quotidiana in rapida successione:
- la devozione religiosa, che richiama gli echi delle numerose e grandi chiese;
- il chiasso e l’allegria dei balli e delle canzoni burlesche del carnevale;
- la seduzione, vista in chiave popolare e grottesca;
- i momenti di svago e i mestieri caratteristici;
- l’amore per la donna, attraverso il madrigale e la lirica popolare;
- la presenza degli Ebrei, necessari all’economia della città, ma allo stesso tempo discriminati e derisi;
- la fame, minaccia ricorrente per le classi più povere;
- e infine l’orgoglio per i successi militari e per lo splendore delle arti.
Il tutto viene visto con una lente di affettuosa ironia.
Gli autori delle musiche sono veneti, o hanno avuto uno stretto rapporto con la Serenissima: dai più noti Gabrieli, Vivaldi, a quelli più lontani dal grande pubblico, ma non meno interessanti, come Scandello, Azzaiolo, Belaver.
Anche alcune forme musicali sono tipiche del territorio:
- le giustiniane a tre voci, di carattere popolaresco, che rappresentano macchiette e personaggi propri della commedia dell’arte;
- le villotte e le canzoni da battello, composizioni strofiche di carattere burlesco;
- le frottole, a quattro voci con accompagnamento strumentale;
- i baccanali veneziani, che richiamano quadretti di vita quotidiana;
- danze e pezzi strumentali dell’epoca accompagnano e inframmezzano i brani vocali.
I testi d’epoca che raccontano la città sono di Sanudo, Sansovino, Calmo, Banchieri, Shakespeare e Goldoni.
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